come un incantesimo

ho sempre pensato che il papavero fosse un fiore molto simbolico e vanesio. dicevo guarda come spicca in mezzo al campo, eppure se lo cogli ti imbroglia: non profuma, non regge il passaggio nel vaso, anzi quasi non si regge da solo.

si impettisce in mezzo alla paglia, sembra dirti guardami, prendi me prendi me e invece poi è un bluff, si sfalda.

la settimana scorsa ho comprato un lilium per il tavolo della mia cucina. bianco, l’ho preso. “tolgo il pistillo?”, mi ha chiesto la fioraia. ho fatto lasciare il pistillo. “il pistillo sporca”, mi ha avvisato. ma non sapevo che seminasse una specie di polvere sui suoi stessi petali, quelli tanto bianchi da dargli il nome.

il lilium si contamina da solo. è come se le lacrime che piangiamo ci segnassero tutto il viso.

il male germina da noi stessi, mi sono detta, e non possiamo farci niente.

“questo fiore dura”, mi è stato detto. e in effetti per diversi giorni la sua bellezza è stata piena e coraggiosa, eretta e fiera. si è anche dischiusa la terza corolla e il lilium è rimasto gonfio e orgoglioso al centro del mio tavolo.

poi ha ceduto di colpo.

stamattina ho trovato una corolla completamente sfaldata intorno al vaso. ho pensato al terremoto. si era lasciato andare tutto insieme, come quando ci si sfila una gonna.

il lilium era sparso ed esausto contro lo scuro del tavolo.

ho immaginato che fino a stamattina avesse compiuto uno sforzo supremo per tenersi su tutto insieme il più a lungo possibile e che me lo avesse tenuto nascosto. si era aggrappato fino all’ultimo a qualche ideale, a chissà quale obiettivo e io non avevo notato niente.

mi è tornata in mente la scena del chiodo in novecento, dove alessandro baricco fa domandare a uno dei personaggi: cos’è che spinge un chiodo a mollare la presa? perché mantiene il quadro per tantissimo tempo e poi all’improvviso, quando uno non se lo aspetta, VRAM, tutto giù?

ho pensato al papavero e il lilium mi è parso un fiore disperato. il papavero è ingenuo, il lilium una vecchia signora che indossa abiti sontuosi ma non adatti alla sua età.

è stato come se il mio lilium avesse sopportato di nascosto un peso troppo grande e stamattina avesse cessato la sua lotta. i petali e i pistilli erano slacciati sul tavolo, sciolti come un incantesimo. lo stelo era nudo e irriconoscibile: ma adesso sembrava così forte.

si chiude settembre sotto un cielo pettinato. ottobre mi trova in piedi, forse liberata.

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Informazioni su Cristina Mosca

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