decluttering

la mia amica mi ricorda che si chiama decluttering.

mi accorgo che molte cose e accessori restano in attesa del loro turno sporadico stagionale, e che, a forza di aspettare, stagione dopo stagione, alla fine sono lì da dieci, venti anni.

sbucano fuori foto vecchissime in cui ecco qual era il colore originale di quella borsa, o il nero di quella maglia è nero veramente.

non ricordo più quando ho comprato un paio di orecchini artigianali, dal colore bellissimo. mi caddero appena tornata a casa, una delle pietre perse un angolo. non ho mai accettato questo incidente e li ho sempre indossati lo stesso. da quanto tempo ormai? forse dodici anni.

ci sono tante cose che continuiamo a tenere per affetto o per orgoglio. oggetti, rapporti, abitudini.

il decluttering è un’operazione che necessita di coraggio e leggerezza. non tutti sono capaci di farlo – io non sono capace di farlo – e per molti occorre il momento giusto – a me occorre il momento giusto.

per cui, piano piano sto mettendo via. indosso per un’ultima volta, faccio fotografie. il cambio di armadio mi aiuta. ho passato un ottobre pieno di ultime sigarette.

va fatto il decluttering anche di rimpianti ed emozioni negative. sono tossine che ingombrano la mente e l’umore, scorie emesse da fallimenti o inadeguatezze. contaminano l’aria e la memoria.

conosco solo un modo di fare decluttering di queste cose ed è scrivere. ma anche per questo ci vogliono coraggio, leggerezza e il momento giusto.

il rischio è che, a forza di rimandare, le stagioni vi formeranno ragnatele intorno. le confonderanno con una patina di nostalgia, fino a quando non ne avranno modificato le apparenze.

e noi potremo convincerci che forse, in fondo, non era poi così grave; forse, in fondo, ci si può riprovare.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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