di cielo ce n’è davvero uno solo?
in corsa sotto il cielo di puglia osservo per la prima volta le nuvole rincorrersi a più profondità e a velocità diverse, destinate a non incontrarsi mai come treni su binari. una profondità che ho scoperto solo oggi, forse perché qui non ci sono le montagne a dare la tridimensionalità e quindi deve pensarci il cielo. un cielo che a quanto pare non è lo stesso cielo ovunque.
si vola ogni giorno di voli diversi, in un azzurro solo oppure liberi di spostarsi in più cieli e di trattenervisi quanto si desidera – così pensavo io.
qualcuno invece mi ha fatto riflettere che forse di cielo ce n’è uno solo, ed è il modo di volare a cambiare. se si è da soli si ha maggiore libertà di alternare lo stile libero o a farfalla a ghirigori o picchiate, sfidando il vento o assecondandolo, cambiando la velocità a tratti o scegliendo lo stallo.
se nel volo ci si accompagna, invece, c’è la gioia della condivisione basata tutta su un gioco inestimabile di sincronie: è necessario che le ali battano insieme e che si proceda allo stesso ritmo.
ma non si immagini un volo in rettilineo. ci sono voli accompagnati in cui le possibilità di alternare stile libero a ghirigori sono direttamente proporzionali alla lunghezza di un braccio: il volo diventa una danza in cui ci si dona lo slancio a vicenda. altri voli invece sono una stretta calda e rassicurante, in cui lo slancio è dato da chi dei due tiene le mani sulla vita dell’altro – vita con la lettera minuscola. una stretta tanto forte quanto pericolosa: appena verrà meno o si allenterà, lo slancio rischia di venire a mancare. inoltre in questo caso, qualcuno mi fa notare, la sincronia è tutto: altrimenti le ali si frangono, e la caduta è rovinosa.
eppure questo cielo di puglia, che sovrasta distese di vigne abbracciate strette come imbarcati clandestini sul mare in tempesta, è qui a dimostrarmi come la prospettiva non sia mai una sola.
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il volo disaccompagnato è spensierato e allegro. Il volo congiunto, con le sue rischiose sincronie, dà pensieri ma, se riesce bene, anche felicità. A volte l’allegria stanca e si sente bisogno di ali gemelle con cui tentare altezze più profonde.
Però anche volare da soli ha i suoi lati belli.
Ottimo scritto, comunque.