del superfluo e del contenitivo

mi dici che da questa esperienza stai traendo lezioni preziose, che finalmente riconosci il superfluo da quello che conta veramente. io ti ascolto e mi sembra di non capire. davvero aveva tutto questo spazio, nella tua vita, qualcosa che non era importante?

da questa esperienza, per quanto mi riguarda, sto solo ricevendo la conferma di cosa non posso fare a meno.

forse avevo già fatto pulizia. la mia vita era superflua, ossia traboccava, eccedeva (super + fluĕre, scorrere sopra) molto tempo fa. ci è voluto un piccolo caos a metterla in ordine, infatti ho provveduto. è rimasto tutto quello che amo. non c’era già posto per l’eccedenza.

ho la conferma che non poter andare in biblioteca mi fa sentire stretta, non avere accesso a un universo di possibilità mi mortifica. rinunciare ai gruppi di lettura mi intristisce. ero arrivata a frequentarne tre fisici e svariati virtuali, a mesi alterni. amo ancora senza misura conversare su quello che leggo.

non poter incontrare le persone e i loro sguardi, scherzare, raccontare, imparare, ascoltare, spiegare, insegnare, accogliere, contenere in minuetti improvvisati mi striminzisce. ho due ali grandi così e se non ci fossero aree virtuali in cui dispiegarle sarei completamente rattrappita.

mi mancano le variabili ignote che scandivano le mie giornate. non mi manca il ritmo sostenuto, perché già avevo deciso di governarlo e di non subirlo. mi mancano invece gli appuntamenti presi all’ultimo momento, scegliere di muovermi in treno, decidere di fermarmi in libreria. mi manca poter inventare i pasti indugiando ai banchi del supermercato. mi manca la libertà di spaziare, poter passare una pausa pranzo sul molo decidendolo dieci minuti prima.

non mi manca il mare, perché quello l’ho dentro.

ho anche la conferma che “nessun posto è bello come casa mia”. che da qui è più facile gestire l’attesa anche se è tendente a più infinito, che si è ancora in grado di ridere e di stare sereni, di farsi forza e pensare al meglio. che questo è sempre il luogo da cui può partire ogni cosa, anche la più ferma risoluzione o l’estrema incoerenza. che ci sono progetti che accadono e lasciano senza sentimento, senza avvertirti prima su cosa dovresti provare. inizi a fare cose per entrare nella parte ma c’è sempre quell’attesa tendente a più infinito, a tenerti viva e fiduciosa e ricca.

ho la conferma che ci sono sfondi colorati che si infiammano come tizzoni quando ci soffi sopra con il pensiero. che le parole sono il mezzo con cui esisto. che i vizi tradiscono qualcosa di represso ma aiutano anche a sopportarlo. che può essere formulato uno stesso pensiero sia se si è tremendamente pazzi, sia se si è tremendamente lucidi.

ho la conferma che il tempo non ha prezzo e le distanze neanche.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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