cose senza importanza

ogni tanto, di sera, per un odore o un movimento che mi coglie di nascosto, io sono per un attimo altrove.

è una notte d’estate di due o tre anni fa e cammino per il corso di giulianova tra gli stand del mercatino. spingo il passeggino e c’è mia madre, con me. c’è calca: a tratti una delle due resta indietro, poi raggiunge l’altra. mi fermo da un produttore d’olio, compro una bottiglia piccola “per assaggiare”.

la passeggiata al mercatino di giulianova è una piccola abitudine arrivata da poco, insieme a un’altra: trasferirmi dai miei per pochi giorni, d’estate, con il pretesto di far stare insieme nonni e nipotino che vivono distanti.

non so bene perché questa scena, piccola e insignificante, mi torni in mente così spesso: quasi ogni sera. io e mia madre non diciamo niente di particolare, anzi a stento parliamo perché spesso non riusciamo ad affiancarci. oppure il bambino dorme nel passeggino e noi parlottiamo, ragioniamo di cucina, forse citiamo un ricordo o un pettegolezzo. cose squisitamente senza importanza.

e c’è gente. tanta, meravigliosa gente che non mi provoca il disagio di adesso.

l’ultima volta che li ho visti di persona, mio padre e mia madre, era il 26 di ottobre e indossavamo tutti e tre la mascherina. non ci siamo abbracciati, né tantomeno baciati. loro frequentano quotidianamente la croce rossa, io la mia comunità scolastica, mio figlio va a scuola per legge senza mascherina: nonostante tutte le precauzioni ci sentivamo potenziali veicoli di contagio.

non ci siamo abbracciati né baciati, quindi, ma è stato come se lo avessimo fatto.

lo sguardo di mio padre mi ha seguita per il viaggio di ritorno. mi segue quando cammino per strada, ritorna quando osservo mio figlio. i suoi occhi sembrano quasi chiedermi scusa. scusa per non potermi proteggere da questa situazione, scusa per non averla potuta evitare.

scusa per avere paura.

siete una generazione che deve mettere una barca in acqua nel momento della tempesta, ha detto ieri beppe severgnini al FLA. noi, ha aggiunto, possiamo solo guardarvi dalla riva, incoraggiarvi o fare in modo che la barca sia un po’ più grande.

però la tempesta è lì.

in queste ore stiamo tutti mettendo in discussione il natale che conosciamo, le maratone chiassose a tavola, il traffico di pacchi e nastrini. ci stiamo preparando a un festeggiamento sincopato, a brandelli. la gioia dell’andirivieni andrà consumata a rate. qualcuno potrebbe non vedere i suoi cari fino ad anno nuovo.

abbiamo la responsabilità reciproca di tenerci in salvo: è il mantra che ci sveglia la mattina.

io sto qui e penso al mercatino.

a guardarla oggi, la paura aveva una misura diversa, quasi ininfluente. solo una manciata di mesi fa vivevamo una sorta di spensieratezza adolescenziale: mi sembra incredibile che ci sia stato un tempo in cui ci siamo presi il lusso di sprecare momenti. di indugiare in cose squisitamente senza importanza.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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Una risposta a cose senza importanza

  1. Cristiano Taddei scrive:

    Il pensiero di cosa accadrà ha un bivio: da una parte il nuovo continente con persone nuove, dall’altra un peggioramento del mondo attuale…

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