preservare

a santo stefano uno dei miei cugini, lasciando la tavolata, mi ha salutato con un bacio sulla testa.
una mia coetanea vuole cambiare il modo di lavorare degli enti pubblici e non riesce a dormire perchè deve decidere come farlo.
un uomo mi ha raccontato come abbia sentito il dovere civile di raccogliere le cervella di suo figlio dall’asfalto.
il destino svela tutto il suo senso dell’orrido quando prende la vita di una donna che prepara da mangiare per suo marito immobilizzato a letto, e costringe quest’ultimo a sentirla gridare aiuto senza poter fare niente.

poi arriva natale e con il natale arrivano anche i film di natale, mandati in tv per tenere buoni i bambini mentre i grandi giocano a carte. io guardo la sirenetta e mi rivedo le scene sulle figurine che ho collezionato quando avevo dieci anni; mi ricordo anche quali mi uscivano sempre e quali invece erano più rare. poi riconosco l’inizio di mary poppins e mi ipnotizzo. torno a sprofondarmi bambina nella poltrona di pelle dello studio di papà, ad imparare a memoria canzoni, versi e smorfie.
il mio mondo era fatto di sfumature di colori e di storie rassicuranti, il mio problema più grande era imparare a metterle in ordine. nulla finiva se non il tempo di giocare o di mangiare biscotti. nulla era più crudele del lupo che minacciava cappuccetto rosso, o più pauroso del buio.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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