la cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non ci sia più speranza

non ha trovato risposta, le risposte non vengono ogniqualvolta sono necessarie, come del resto succede spesse volte che il rimanere semplicemente ad aspettarle sia l’unica risposta possibile.

immagina di essere l’unico a sapere una cosa, e sapere tuttavia di non poterla dire. immagina di vedere qualcosa che gli altri non vedono. immagina di essere l’osservatore di una realtà che esiste, semplicemente, spontaneamente, ma che è una realtà sbagliata, e che l’unica cosa che tu possa fare sia stare a guardare.

reggerò finchè potrò, ma in realtà le forze cominciano ormai a mancarmi, a volte mi ritrovo a desiderare di diventare cieca per essere uguale agli altri, per non avere più obblighi di loro.

immagina di essere un privilegiato. immagina che per te passato, presente e futuro non contino, perché sai che l’esistenza è star ritti in mezzo al flusso del tempo come in mezzo ad un fiume. immagina che per te tra fuochi fatui e persone che camminano per strada di giorno non esista alcuna differenza. ma immagina di non poterlo dire, per non lacerare la coltre di realtà che tutti ci avvolgiamo intorno come passamontagna.

doveva stare più attenta alle parole, muoversi come chi abbia gli occhi poteva farlo, ma le parole devono essere da cieca, pensò

immagina di avere la possibilità di sapere come andranno le cose, anche quando tutti se lo stanno ancora chiedendo. immagina di sentire in cinque dimensioni, ma di poter vivere solo in quattro.

ci vedrò sempre meno, anche se non perderò la vista diverrò sempre più cieca di giorno in giorno perché non avrò più nessuno che mi veda.

ho letto “cecità” di josè saramago, ed ogni volta che alzavo gli occhi dalla pagina era come se vedessi tutto bianco, allo stesso modo dei personaggi, e avevo bisogno di tornare a leggere per poter afferrare di nuovo la mano della moglie del medico, inspiegabilmente unica persona a preservare la vista in un mondo di ciechi, e lasciarmi guidare.

secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono.

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Informazioni su Cristina Mosca

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