i miei momenti di trascurabile felicità

quando ho appena passato lo straccio in cucina e lo scuro delle mattonelle risalta contro il chiaro del parquet.
quando i nostri cuori riempiono il vuoto a destra e io sento quattro battiti forti invece di uno solo.
l’odore del prato appena falciato.
il rumore della fede contro la ringhiera delle scale.
l’odore dell’asfalto dopo un acquazzone d’estate.
sentirmi raccontare: sono andata a fare una passeggiata in riva al mare.
tutti gli umori del mare.
tutte le parole di mio padre.
tutti gli sguardi eloquenti di mia madre.
tutti gli umori di mia sorella.
i baci sulla fronte.

la mollica del pane, per giocarci con le dita.
quando ritrovo per caso oggetti che proprio non sapevo dove li avevo messi.
l’odore della vaniglia.
portare a termine un progetto.
quando la gente abbassa le serrande alle otto di sera d’estate.
dire “ma io non ho fatto niente” quando non ho fatto niente per davvero.
certi sorrisi di mia nonna, che sembra avere di nuovo 17 anni.
la luce del tramonto.
i dipinti di miriam salvalai.
le confidenze.
sentirmi chiamare “prof!” urlando dall’altra parte del ponte.
il cursore che si trasforma in manina e vuol dire che posso fare clic.
vedere un nuovo quadro alla parete.
la voce di sandra ippoliti.
fermarci in un punto buio e scoprire il cielo tappezzato di stelle.
quando mi dicono “sono io, non ti ricordi?” e io trovo il coraggio di ammettere che non ricordo affatto.
non ricordare che una volta qualcuno mi ha accarezzato una mano nel buio.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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