fretta di niente

oggi sono di cattivo umore.
la pioggia lanuginosa fuori mi appiccica addosso un senso di scontento e di irrequietezza, una fretta di fare che astiosa e intransigente nel niente conclude.
le persone scivolano, e sono sempre più difficili da mantenere. alcuni giorni sono più difficili degli altri, e sul collo incombe il fiato di uno spettro che passa sempre troppo vicino. come la voce imbarazzata di chi entra in gelateria, in abiti poco costosi, e guardando quei bei colori non riesce a negarsi un lusso e chiede: ma da un euro non ci sono? no non ci sono. non ci sono? chiede due volte. magari ha sentito male.
o come la voce incrinata di chi si è voluto concedere una pizza e al momento del ritiro esclama, con voce che gli esce troppo forte: dieci euro? una fitta di senso di colpa per quegli euro imprevisti che ha sottratto dalle spese settimanali, per una serata di debolezza. debolezza di volersi sentire normali.
scivolano le persone tra le maglie delle scelte più care da mantenere. tener fede agli impegni presi, stringere mani sapendo che prima o poi dovranno andare, partire, lasciare questo scampolo di realtà profumato di ottimismo. c’è un aspetto buono in ogni cosa, c’è un portone che si apre per ogni porta che si chiude, c’è un giorno perso per ogni sorriso che non si dona. se quando ti svegli la mattina non riesci a pensare ad altro che a scrivere, devi fare lo scrittore. ma le persone se ne vanno, siamo noi a non saperle tenere, e io non ricordo più che suono abbia la tua voce.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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