cuscini

cagnoliniil cuscino di mia madre e il cuscino di mio padre andavano appoggiati in due posti ben distinti, quando da bambina aiutavo mamma a rifare il letto matrimoniale. erano di consistenza leggermente diversa, uno più compatto, l’altro assottigliato dall’uso, ma nel momento del disordine andavano ugualmente separati perché ognuno doveva tornare, inequivocabilmente, al suo posto.
me ne ricordo ogni volta che cambio le lenzuola al mio, di letto matrimoniale, perché anche i nostri cuscini hanno spessori diversi, ma se li accantono insieme sono perfettamente distinguibili. perciò li avremmo riconosciuti anche venti anni fa.
in quell’azione distinta e ordinata nel separare le diversità, c’era, forse inconsciamente, qualcosa che mia madre voleva insegnarmi. e che io non ho, forse volutamente, mai davvero imparato.

le compilation si donavano ancora sotto forma di cd, ai tempi del mio innamoramento. ne ho ripescato uno di quasi 14 anni fa, uno dei primi che ci siamo scambiati. trovarlo integro e ascoltarne le canzoni è riavere integra una prima e spaurita conoscenza reciproca; è rivederci nei locali dell’università, alle feste di laurea; è tornare a ballare a vista, con lui dietro una colonna a sorridermi e anche un po’ a vigilare. è stare in mezzo alla pista insieme, muovendoci su ritmi comuni; rivedere le stanze degli appartamenti che ho cambiato; le parole sterminate con cui gli facevo strada dentro me; quella volta che ha smesso di fumare.

queste immagini si sovrappongono al ritmo presente e mi accorgo che gli coincidono. ci muoviamo nella nostra vita allo stesso ritmo con cui l’abbiamo iniziata, come se fossimo ancora in mezzo alla pista a capodanno, ballando a volte più affiatati, altre volte affannati, altre volte lasciandoci semplicemente portare dalla musica, in ascolto.

anche quando all’inizio dell’inverno, oggi, avvolgo il nostro letto matrimoniale nel primo piumone a due piazze che abbiamo comprato nove anni fa, riconosco l’odore delle piccole abitudini freddolose su cui ci siamo plasmati; delle stanze che abbiamo vissuto insieme; della pazienza.
ricordo bene il piacere sottile nell’uscire dal negozio con quel piumone: era la nostra seconda azione da coppia vera. la prima l’avevo compiuta deliberatamente nel maggio di quello stesso anno, comprando a londra una coppia di cagnolini con in bocca il cartello “welcome”, e mettendoli da parte per la nostra eventuale, futura casa.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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Una risposta a cuscini

  1. Giulia scrive:

    “in quell’azione distinta e ordinata nel separare le diversità, c’era, forse inconsciamente, qualcosa che mia madre voleva insegnarmi. e che io non ho, forse volutamente, mai davvero imparato.” Toccata.

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