fattela, una serata, mi dice lui. lasciami il bambino, stai serena, prenditi del tempo libero. ma io non voglio del tempo libero, rispondo. libero da cosa? da una mia appendice? e come faccio a girare, monca, per strada?
libero è il tempo che si passa senza un peso. io non ho peso, solo un carico, croce e delizia al cuore. sono una bilancia tarata sulla dipendenza, sbilanciata completamente dalla parte degli abbracci, in maniera irrimediabile: tutto il resto è diventato leggero, vacuo. inconsistente.
lei ha proprio voglia, eh!, esclama di scherno uno studente che mi conosce da appena tre mesi. È il secondo in due anni scolastici, a usare quel tono tra l’esasperato e l’intenerito, come verso una bambina che salti sul divano all’ora di andare a dormire. lei ha proprio voglia! le stesse parole di una studentessa in un altro lugo e in un altro anno, pochi mesi fa. lei ha proprio voglia! ho pensato che l’anno in cui nessuno mi dirà così dovrò iniziare a combattere per non sentirmi perduta.