mentre respiro l’odore di pioggia portato dal vento del nord, l’elettricità schiaffeggia i neuroni e li rende estremamente intolleranti. oggi odio la fretta delle parole, con cui si ha ansia di dare nomi a cose che non si conoscono affatto; odio i personalismi, odio quando si ha più premura di dire “io ho fatto questo” invece di “io ho fatto questo“; odio il grossolano modo con cui tutti possono potenzialmente fare tutto, i grafici i giornalisti i fotografi i cuochi gli scrittori; odio chi vorresti sentire vicino e invece non interagisce, chi fa il muro di gomma e ti lascia un senso di sordità addosso, chi fa finta di ascoltare e poi in realtà ti ha solo sentito. odio chi ha bisogno di stare solo, o chi ama per compartimenti stagni e si dedica ad una cosa sola per volta, e mentre stai fiduciosamente in disparte aspettando che si ricordi anche di te ad un certo punto ti chiedi: ma di quello di cui ho bisogno io, a qualcuno importa?
io non ti credo più. ti ho creduto quando hai parlato di ricordi che vanno al di là del tempo, e di libri che raccontavano storie scritte per noi, e di aurore sognate a segnare una vita diversa. quando mi parlavi di bolle e di aria, di coincidenze e di stelle, e ti ho creduto quando mi hai parlato del sempre. ora non ti credo più e capisco che per qualcuno non sono le persone a dare l’amore, non fa differenza chi ci sia dall’altra parte della cornetta, l’amore si cerca e quando si crede di averlo trovato è lì, non importa con quale voce e non importa con che sorriso. e quindi, io non ti credo più, e continuo felice ad amare e a vivere solo quello che ho e che vedo, e mi fido solo di chi ha imparato a conoscere anche i miei gesti inconsci.
odio chi ogni tanto arriva nella tua vita e pretende di insegnarti cos’è la passione. odio chi pretende anche di dartela e non capisce perchè sia impossibile per te riceverla, come se ci si potesse stupire perchè un fiume in piena rigetti l’aggiunta di altra acqua. odio l’orgoglio di chi non accetta i no grazie non ne ho bisogno; odio i giri di frasi per indurti in errore e i puntini di sospensione per portarti al sospetto. oggi odio l’ipocrisia e il patetico tentativo di sembrare qualcosa che non si è, e odio anche chi non vuole chiedere consigli per non ammettere che non esce mai, perchè finisce per vestirsi con l’abito lungo di giorno.
oggi odio pure quella pubblicità a non so quale auto, che incoraggia a dire no alle cose, come se il no non fosse mai sulla bocca di tutti. odio anche le domande inopportune, le polemiche sterili, odio quelli che si vantano di non essere allineati e usano la frase “far sentire la propria voce” per sentirsi eroi; quelli che non si accorgono ancora che siamo tutti marci dentro e che il tempo delle guerre per l’indipendenza è finito. siamo tutti piccoli ladri e distorti nel nostro modo di vedere le cose, e fino a che non ci toglieremo di dosso le lenti colorate che noi stessi ci siamo scelti, a seconda della pigrizia o della personalità, non ci accorgeremo mai di cosa ci circonda veramente.
ma, come dicevo, sta per piovere, e gli uccelli si sparpagliano in cerca di un riparo.