#iovadoinbiblioteca a scoprire cose e ieri ho partecipato a un incontro che era un po’ presentazione di un libro e un po’ necessario dibattito. ospite d’onore era l’autrice di “la casa di tutti”, antonella agnoli, bibliotecaria da cinquant’anni e consulente; al suo fianco c’era un illuminato docente universitario, pierluigi sacco, professore di economia politica alla “d’annunzio”.
l’incontro è stato organizzato nella biblioteca regionale “d’annunzio” di pescara dall’aib abruzzo (associazione italiana biblioteche). nella foto si vede in piedi la neo-presidente daniela giancristofaro (biblioteca di lanciano) mentre dà il via ai lavori, ma c’erano anche il vicepresidente dimitri bosi (teramo) e altri membri come luca mazzocchetti e rita pagliara (pescara) e silvia checchia (lanciano).

l’incontro era diretto ai bibliotecari ma aperto al pubblico, e infatti non ero l’unica infiltrata. è stato un pomeriggio bellissimo perché mi sono sentita nell’olimpo.
quando mi trovo in compagnia di autori e di letterati mi sento in una fucina ardente e rumorosa; ma ieri, con i bibliotecari, mi sono sentita nella sala motori, quella in cui le persone sudano e si sporcano le mani con i badili di carbone.
se penso a come sia sempre stata la biblioteca a segnare i momenti più importanti della mia vita, compreso quello in cui ho conosciuto mio marito o quello in cui ho avuto il mio primo incarico retribuito, non posso che amarla, amarla forte. e siccome ho sempre un po’ di paura di perdere le cose che amo, sono andata al convegno con l’esplicito bisogno di capire se sia vero che le biblioteche sono a rischio chiusura.
la risposta è no, ma è condizionata da un se. se prendiamo atto di un cambiamento “genetico” nella professione del bibliotecario, se ricominciamo a considerare la biblioteca come luogo di aggregazione, se la reinventiamo anche dal basso, nessuno la toccherà.

come sta cambiando il bibliotecario
il bibliotecario non è più quell’omino incurvato che sa solo dove vadano rimessi i libri o cerca sul terminale quello richiesto. né tantomeno quello che senti parlare solo per sollecitare il silenzio o annunciare l’orario di chiusura.
la combo era digitale + pandemia ha creato del terreno fertile per andare oltre e restituire alla biblioteca un ruolo centrale, da reinventare. negli ultimi venti anni la diversificazione ha allungato la vita alla carta stampata e alla ristorazione: ora serve a chi dispensa cultura gratis.
gratis!, sottolinea la agnoli. ci rendiamo conto di quanto sia inclusiva questa parola? di quanto sia accogliente se offerta con un sorriso, salvifica se permette a dei giovani di non incontrarsi per strada? a dei professionisti in smart working di creare un hub di lavoro?
come ha sottolineato il professor sacco, l’abruzzo è una regione piccolina perfetta per il pionierismo.
il luogo biblioteca è pronta per evolversi in qualcos’altro. può proporre approcci differenti alla lettura (il professore ha accennato al protocollo “pre-testi”) e soprattutto può tornare a pensarsi come luogo di incontro.
il bibliotecario del futuro.
sotto questa luce, la figura del bibliotecario diventa centrale e scoppiettante. organizza eventi e giochi, racconta libri, li consiglia, parla di musica, ascolta. ha lo stesso sprint del libraio di successo, ma con un power up: la gioia del disinteresse. ho bene in mente esempi effervescenti e positivi, che sembrano orgogliosi proprietari e non dipendenti pubblici: non ti stupiresti di vederli passare tra gli scaffali con il piumino, cantando come belle in libreria.

tutte le biblioteche che ho visitato finora sono su questa via di rigenerazione. i bibliotecari di successo non hanno incentivi né premi promozione, ma sono accomunati dalla stessa vocazione: oltre ai libri, amano anche le persone. e da questa loro forza sorge, può sorgere e sorgerà un mestiere tutto nuovo, irrinunciabile perché capace di trasformare il tessuto sociale.
una delle cose più interessanti che ho imparato nel convegno di ieri è che non bisogna per forza essere assunti per collaborare con una biblioteca. tutti quelli che si riconoscono nel profilo del nuovo bibliotecario hanno una chance, perché la porta per i cittadini attivi è sempre aperta. si chiama energia sociale: dal nome è chiaramente molto più di un power up e non è retribuita perché è inestimabile. fatevi avanti e bussate.