incontenibile

solo due cose avevo chiesto al festival delle letterature dell’adriatico (per gli amici FLA) di quest’anno: conoscere franco arminio e ottenere un autografo da francesco piccolo. il primo l’ho non solo conosciuto, ma proprio presentato; il secondo, per una serie di motivi, l’ho a malapena sfiorato.
piccoloe proprio nel sentirsi sfiorare sta l’emozione prolungata che ho avuto leggendo il suo “il desiderio di essere come tutti”, vincitore del premio strega 2014.
quando ho letto “momenti di trascurabile felicità” non avevo idea di chi fosse francesco piccolo: l’ho immaginato un ragazzo dalla sensibilità straordinaria e dalla bravura immensa. era invece, lo so adesso, un uomo adulto, dalla vista acuta, capace di vedere e memorizzare i dettagli come un ragazzo.
ho finito pochi giorni fa di leggere “il desiderio di essere come tutti” e non riesco ancora a stancarmi di parlarne, di pensarci.

è stata una lunga conversazione intima, privata, durata due mesi nel mio caso, in cui ci si è messi a vicenda a nudo, perché mentre lui raccontava, nelle sue pagine, di quel momento lì in cui ha capito qualcosa di importante, io ero pronta a rispondergli anche a me è capitata una volta una cosa del genere, adesso te la dico. mi sono sentita compresa, avrei voluto dirgli ti comprendo.
è un libro sulla politica? non so, io non lo vedo, non sono brava in questo. è un’operazione ruffiana? se lo fosse, sarebbe mascherata bene. quello che so è che a me sembra un libro sull’amore, per la vita e per le persone, per il bene collettivo e per la propria giornata. c’è il succo di un’esperienza personale che avvicina lettore e scrittore tanto così, quasi da potersi annusare.
ci sono delle piume che restano a galla, al termine della lettura, che hanno dei colori bellissimi. come ad esempio la sensazione del sentirsi sempre sfiorati dagli accadimenti, sia collettivi sia umani, e mai realmente in pericolo, mai davvero dentro le cose. il sentire necessario mantenere una certa purezza, un distacco, la veglia. guardare gli altri indignarsi, sentirsi sempre responsabili di qualcosa, non sentirsene mai. riconoscersi, autoassolversi: capire che le cose diventano più sopportabili se osservate dalla giusta distanza. scoprire che la mancanza di purezza è necessaria per far girare il mondo, cambiarlo, renderlo migliore: esserne responsabili.

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Informazioni su Cristina Mosca

scrivo, amo, vivo
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